No Drugs…eat Bananas!
Correva l’anno 2003. Mi ero diplomata da poco in Fashion Design al Polimoda ma avevo già accumulato diverse esperienze lavorative con uno stage a Parigi, tre mesi di lavoro ad Istanbul e varie esperienze in territorio toscano, passando dal pret-a-porter sartoriale alle tute tecniche da motociclista (vabbè, in quello studio, ora molto noto, ci sono durata solo 5 giorni). Irrequieta e alla ricerca costante della mia dimensione (che, per la cronaca, non ho ancora trovato a 10 anni di distanza), mi sono ritrovata a lavorare presso nota azienda sportiva con un contratto a tempo determinato di un anno. Dopo un primo mese di semi-serenità-da-inserimento…IL PANICO.
Il cartellino, gli orari, la rigidità dei ruoli, la stronzaggine e gelosia delle colleghe (non tutte, ma diverse), l’idiozia di un capo super-abbronzato ma che non sapeva una parola di inglese, lo stare inchiodata alla scrivania per otto ore al giorno, il blocco del web (dico io…la ricerca dove la dovevo fare secondo loro? che manco c’avevano una biblioteca interna), il mobbing (che dopo poco è arrivato, visto che io scalciavo peggio di un cavallo impazzito), la noia dopo la prima collezione, le gerarchie, la “famigglia”, i principi aziendali…LO SCLERO. Serviva una via di fuga.
Mentre continuavo ad inviare curriculum ovunque e a partecipare a concorsi per giovani designer, una mail ha illuminato il buio della mia disperazione creativa: Alternative Fashion Week a Londra. Sfilata. A Londra. Nel vecchio mercato di Spitalfield. Ho visto la luce. E ho ricominciato a disegnare e creare con uno spirito nuovo, leggero. Finalmente, oltre a felpe e ricamini, potevo dare sfogo alle mie idee e ai miei svarioni creativi. Tra nottate insonni, colori, pennelli, cartamodelli impossibili e macchina da cucire, in un mese e mezzo ho completato gli otto modelli della collezione dal titolo accattivante “No Drugs…eat bananas“.
La banana era già apparsa nella sfilata finale di scuola; ho semplicemente ripreso il filone e calcato un tantino la mano tra colori, tessuti, ricami, forme e stampe. Volevo il delirio. E così è stato. Marzo 2013: la mia prima, vera sfilata a Londra. Con un cast di modelli colorati che si sono divertiti ballando sulla passerella con le banane in testa ;) Anche io mi sono divertita. E quanto poco sono cambiata…
Inutile dire che dopo questa piccola gioia, in azienda è scoppiato il delirio e tutto è andato peggiorando. Fino al giorno in cui, allo scadere del contratto, ho salutato la curva con un mega sorriso e una gioia infinita. Perchè, nel frattempo, avevo già un altro progettino in mente…